Franco Ferrarotti

L'arte nella società

Solfanelli, Chieti, Novembre 2005

 

dalla Premessa dell'Autore

     Nel piano generale del mio lavoro, l’intento di questo libretto consiste nell’approfondimento del capitolo terzo di La tentazione dell’oblio (Laterza, 1.ma ed., 1993), ma tende anche a riprendere idee già espresse in varie sedi fin dai tardi anni ’50, in modo particolare nella rivista “La Critica Sociologica”. Naturalmente, riprese e approfondimenti a parte, vi sono anche motivi più immediatamente legati all’attualità politica e alle sue capricciose, almeno in apparenza, evoluzioni. Oggi annuso aria di restaurazione. In maniera più specifica, avverto, specialmente con riguardo all’Italia e al suo attuale gruppo dirigente, dichiaratamente conservatore ma in senso dinamico o anche, come si dice con inconsapevole auto-ironia, “creativo”, il bisogno di riscoprire e individuare e “valorizzare” una cultura di destra.
     In Francia e in Germania e non solo in Italia, nomi e correnti che già si ritenevano consegnati al passato e degni, al più, di un misericordioso silenzio, sono richiamati e pazientemente rimessi a nuovo. Si pensi a Ernst Nolte e, in nome di un revisionismo di per sé legittimo, a Sergio Romano.
     Nel prossimo futuro, se le forze non verranno meno, sarà necessario riaprire invece il discorso sul ruolo sociale delle avanguardie artistiche e letterarie, su queste delicate, preziosissime antenne, di cui ogni società ha bisogno perché offrono segnali importanti sugli orientamenti profondi e sulle esigenze avveniristiche dei gruppi umani.
     Letterati e artisti nel senso più lato, nel loro lavoro quotidiano e spesso alle prese con difficoltà materiali piuttosto gravi, creano nuove strutture di significato, anticipano nuove realtà. Non si limitano a rispecchiare la situazione data. La reinterpretano e qualche volta la reinventano. Per questo si tratta di un lavoro difficile da comprendere. I tre fondamentali approcci scientifici per darne conto — da quello formalista a quello sociologico e infine a quello psicoanalitico — non sembrano, almeno per ora, sufficientemente garantiti dal punto di vista teorico. In questo senso, costituiscono un impegno che, domani, non potrà essere disatteso.

Roma, 12.X.05

Franco Ferrarotti