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Giuseppe Grasso
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Giuseppe Grasso, docente di Lingua e Letteratura Francese, filologo, traduttore e pubblicista, ha curato nel 1990, insieme con Paolo Pinto, la prima edizione italiana di Alla ricerca del tempo perduto condotta sul testo critico stabilito da Jean-Yves Tadié, apparsa presso le edizioni Newton Compton. È stato per oltre vent’anni uno dei critici letterari — e lo specialista per la disciplina che insegna — presso il quotidiano “Il Popolo” di Roma, divenuto poi, nel 2003, “Europa”, il quale ne ha assorbito parte della redazione e molti collaboratori.
Si è occupato di filologia e di poetica, di italianistica e di francesistica. Meritano di essere menzionati, fra i suoi numerosissimi saggi, elzeviri e articoli, i due scritti accademici Orazio in Francia, apparso nella Enciclopedia Oraziana edita dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani (diretta da Scevola Mariotti) e Note esegetiche a Cesare Pavese, pubblicato sul “Giornale Italiano di Filologia” (diretto da Nino Scivoletto). Fra gli anni Ottanta e Novanta ha diretto la collana di varia umanità “La Scatola Magica” per l’Editoriale B M Italiana di Roma, in cui sono usciti, fra gli altri, testi di Diderot, Shelley, Gautier, Herder, Tocqueville, Rilke e Mario Luzi.
Fra le monografie ricordiamo La poesia di Vincenzo Cardarelli (1982), Mallarmé o la poetica dell’illusione (1990), Rileggere Baudelaire (2009), e, presso le edizioni Solfanelli (insieme ad Andrea Barbetti e a Silvia Peronaci), La vita è ricordarsi. Note su una poesia di Sandro Penna (2010). Menzioniamo infine le garbate incursioni dell’autore nel campo dell’arte contemporanea. Di questo interesse non episodico sono testimonianza, oltre alla supervisione di vari cataloghi e monografie d’arte (Correnti, Stradone, Acerbo, ecc.), le sue numerose “occasioni” figurative (Gentilini, Emilio Greco, Bartolini, Sironi, Attardi, Caruso, Trotti, Benaglia, ecc.).
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