Nell’ampia storiografia sul fascismo, questo libro si distingue per l’ampiezza e l’originalità delle fonti consultate. Sono stati infatti esaminati tutti i memoriali dei partecipanti alla seduta del Gran Consiglio del 24-25 luglio 1943, che ha provocato la caduta di Mussolini.
È stata quindi operata, per la prima volta nella pubblicistica, una ricognizione diretta degli atti integrali del Processo di Verona (reperiti presso l’Archivio Centrale dello Stato di Roma), da cui è scaturita la condanna a morte di Galeazzo Ciano, genero del Duce. L’esperienza dell’autore come legale professionista ed autore di saggi storici ha permesso di ricostruire con precisione e agilità d’esposizione quelle drammatiche vicende, che ancor oggi segnano indelebilmente i limiti alla sovranità italiana.
Ne sono scaturiti aspetti oggettivi e personali poco noti e che, attentamente ponderati, consentono di formulare giudizi nuovi e originali sulla fase finale del fascismo nazionale e su quella iniziale del fascismo repubblicano. Le ragioni che mossero Mussolini a convocare la seduta del Gran Consiglio e l’effettiva responsabilità di Ciano secondo la specifica normativa della Repubblica Sociale costituiscono i due punti nevralgici dell’opera, intorno ai quali si sviluppano numerose vicende personali e situazioni oggettive, tra cui primeggia la dettagliatissima ricostruzione del rimpallo delle domande di grazia firmate dai condannati a morte nel processo di Verona.