Edizioni Solfanelli

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COLLANA

Roma



L'AUTORE

Bio-Bibliografia



LE OPERE

Dal nostro invitato Gabriele d'Annunzio

Divieto d'Orvieto

Giustiziate il fogliettante

Il mistero di Tomar

I ragazzi del Parco Nemorense

La discesa del Tevere

Orvieto 1680-1765

San Sebastiano dei Marsi. nel Catasto Onciario 1752-1753

San Sebastiano dei Marsi. Il paese della memoria

Tre secoli nel Tridente

Viaggio in Abruzzo con Giorgio Manganelli







Pino Coscetta

DAL NOSTRO INVITATO
GABRIELE D'ANNUNZIO

1881-1891
Miserie e nobiltà nella cronaca rosa
del decennio romano




Dal nostro inviato Gabriele d'Annunzio

     Il primo novembre 1881 Enrico Nencioni, giornalista e apprezzato poeta, riceve una lettera da Castellammare Adriatico; l’apre e legge: Trova un alloggio a tuo piacere, ove mi diano anche da pranzo, perché io odio cordialmente le trattorie con i loro rumori, gli avventori antipatici e il fumo soffocante del tabacco. A scrivergli è Gabriele d’Annunzio, già noto alla critica per il Primo Vere dato alle stampe nel ‘79 e in seconda edizione nel 1880, nonché fresco autore di In memoriam, una lirica dedicata alla nonna, che gli farà da trampolino per la sua entrata a Roma nella prima decade di quel novembre.
     Il giovanissimo d’Annunzio, a ventuno anni dal cambio di regno, trova una Roma in pieno fermento culturale e completamente inebriata dalla ventata di libertà entrata dalla breccia di Porta Pia. Con la caduta dello Stato della Chiesa è saltata la ferrea censura di Pio IX favorendo la nascita di un consistente numero di pubblicazioni. Tra quotidiani, settimanali, quindicinali e mensili se ne contano una sessantina. La Cronaca Bizantina e il Capitan Fracassa dove inizia subito a collaborare sono gli ultimi usciti, sei mesi prima la Bizantina, un anno e mezzo il Fracassa.
     L’idea geniale del riccioluto Gabriele è quella di mettere la sua forbita scrittura al servizio della cronaca più frivola, quella dei salotti, delle feste, delle cacce alla volpe, della bella vita condotta dalle nobili dame. In poche parole, superando la stantia “Vita di società” che tratta con i guanti bianchi il bel mondo della nobiltà romana, riverendo principi, duchi marchesi e conti, inventa la moderna “Cronaca rosa”, spigliati resoconti della mondanità romana (molto più garbati dell'attuale gossip), che per tutto il suo decennio romano gli daranno lustro e notorietà.
     I dieci anni romani, al di là dell’invenzione della “cronaca rosa”, ci restituiranno un giornalista completo (anche se talvolta “malato” di bipolarismo), e, soprattutto, un altro d’Annunzio. Quello che non ti aspetti.




[ISBN-978-88-3305-334-9]

Pagg. 216 + 16 pag. a colori - € 16,00


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