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Carlo Goldoni è considerato quasi unanimemente il fondatore del teatro borghese italiano, il riformatore della drammaturgia nazionale, che languiva rispetto a quella europea, essendosi impantanata nelle secche della Commedia dell’Arte, fondata sull’improvvisazione.
Il presente volume si propone di approfondire i caratteri effettivi di questa riforma, superando, da un lato, alcuni luoghi comuni consolidati, a partire dall’opinione critica diffusa secondo cui Goldoni ha costruito la figura del borghese «virtuoso» sul modello del mercante veneziano suo contemporaneo, e, dall’altro, le letture della sua opera in termini esclusivamente formali, «strutturali» e linguistici.
Individua una svolta fondamentale nel teatro goldoniano, avvenuta con Le baruffe chiozzotte, che spostano le simpatie del drammaturgo dalla borghesia al popolo, al quale egli riconosce indipendenza di sentimenti e di valori, una «comicità autonoma» e «gagliarda», avvalorando il giudizio, seppur sintetico, espresso da Gramsci nei Quaderni del carcere a proposito del carattere «popolare», «democratico» e progressivo dell’opera di Goldoni, ancor prima di aver letto Rousseau e della Rivoluzione francese.
Antonio Catalfamo approfondisce con ampia documentazione e argomentazione critica questa prospettiva, procedendo ad un’analisi «integrale» del teatro goldoniano ed individuando un’«unità inscindibile» tra «forme» e «contenuti ideologici».
[ISBN-978-88-3305-684-5]
Pagg. 164 - € 13,00
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